Como, città sostenibile della seta
Un nuovo filtro per narrare la storia del Museo
La rinascita di Como come città sostenibile della seta dopo l’emergenza Covid: situazione che ha portato nel lessico comune svariate nuove espressioni come resilienza, lockdown, indice Rt e appunto, sostenibilità.
Sono state quindi proprio le aziende di più alta fascia a iniziare a chiedere prestazioni ambientali più stringenti per aderire ad un mercato globale indirizzato verso la sostenibilità, fino ad arrivare al punto dove "essere sostenibili" è diventato un requisito fondamentale per accedere a una clientela sempre più esigente, oltre che un modo per differenziarsi dalle produzioni realizzate in paesi con basso costo di manodopera.
La capacità delle aziende della filiera serica comasca – rimaste punto di riferimento per la stragrande maggioranza delle griffe mondiali - di affrontare questa sfida è documentata nel volume “Seta. Storia. Processi. Ambiente” frutto della collaborazione tra Innovhub e la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI). La pubblicazione, da cui è tratto il passaggio qui sopra, è stata citata anche a supporto della candidatura di Como per il Creative Cities Network di UNESCO, risultata vincente grazie a un programma di intervento che prevede, tra le azioni, quelle denominate “Como Sustainable Fashion District” e “Como for green water and textile landscapes”.
È quello della sostenibilità, quindi, il nuovo filtro attraverso cui il Museo intende narrare la propria storia (e di conseguenza quella del territorio che tra l’800 e il ‘900 la ha accolta in maniera così diffusa) mettendone in luce i semi che hanno accompagnato, a tratti, l’evoluzione dei processi produttivi che le storiche criticità – ambientali e sociali – frutto della produzione massiva.
Con il contributo di
Tuttavia, non si tratta di un concetto originale né inedito tanto che - nel 2007 - la giornalista Kate Fletcher aveva già iniziato a parlare di "slow fashion", usando questo termine per descrivere un nuovo modo di guardare alla moda in un'ottica più consapevole del peso di quello che è l'impatto dei prodotti sui lavoratori, sull'ambiente e sull'ecosistema.
Grazie a lei, da allora, questa visione "sostenibile" si è diffusa a tal punto da mettere in crisi anche alcune popolari catene che fino a poco prima avevano perseguito la produzione massiva, finalizzando la loro produzione ad un continuo ricambio delle collezioni come principale leva commerciale.
Oggi "sostenibilità" è un termine ampiamente diffuso e va ben oltre l’ambito delle riflessioni etiche in cui è sbocciato e di essa hanno iniziato a interessarsi addirittura i colossi della finanza mondiale.
Nel 2020, le emissioni di debito sostenibile hanno toccato i 732 miliardi di dollari segnando un +29% rispetto al 2019: un record tutt’altro che scontato nell’anno del coronavirus e che ha superato abbondantemente ogni previsione.
Oggi l’Italia non produce più bozzolo ma mantiene una fiorente industria manifatturiera tessile e proprio nella provincia di Como è presente il più importante distretto serico d’Europa: un prodotto griffato in seta, italiano, francese o altro che sia, è prodotto nella stragrande maggioranza dei casi con un tessuto comasco e la filiera serica comasca rappresenta oggi l’unica nell’emisfero occidentale in cui sono presenti tutte le lavorazioni del ciclo della trasformazione della seta.
È quello della sostenibilità, quindi, il nuovo filtro attraverso cui il Museo intende narrare la propria storia (e di conseguenza quella del territorio che tra l’800 e il ‘900 la ha accolta in maniera così diffusa) mettendone in luce i semi che hanno accompagnato, a tratti, l’evoluzione dei processi produttivi che le storiche criticità – ambientali e sociali – frutto della produzione massiva.
- Quale attenzione, nelle varie epoche, per le condizioni di lavoro?
- veniva prodotta l’energia per alimentare le macchine (e con quali impatto sull’ambiente)?
- tecnica, quali professioni creava e quali faceva sparire (e con quali conseguenze sociali)?
Qui, attraverso il filtro della sostenibilità vogliamo raccontare una storia produttiva vista dal basso, dalla parte di chi la seta contribuiva de facto a produrla, attraverso i canti della filanda e le testimonianze dirette degli operatori che rappresentano un preziosissimo esempio di cultura immateriale che il Museo raccoglie e divulga.
Como, la nuova città sostenibile della seta!
Lorenzo Donegana
Project manager “Como città sostenibile della seta”
Project manager “Como città sostenibile della seta”
Con il contributo di