La Via della Seta

Questa affascinante sezione del Museo è dedicata alla raccolta e alla schedatura delle fascette delle matasse di seta cruda d'importazione giapponese e cinese. Inizio 1900.

"...L'etichetta di carta è presumibilmente una delle forme d'arte più prolifiche e, tenuto conto della sua enorme diffusione, anche una di quelle che maggiore influenza esercitano sulla gente. La maggior parte delle etichette vengono stampate esclusivamente a uso del paese d'origine, ma, se un prodotto viene esportato, la sua etichetta stampata può arrivare ai quattro angoli della terra.
Con il trasporto su strada o ferroviario, via mare e persino a dorso di cammello, l'arte della etichetta è stata esportata fino all'altro capo del mondo...
...A tutte le balle di tessuti esportati venivano apposti i marchi di fabbrica, sia tramite etichette, sia stampandoli direttamente sul tessuto. Le etichette venivano incollate sulla carta in cui erano avvolte le merci e al lembo più esterno della pezza ripiegata.
Particolarmente nel caso dell'India o della Cina, dove gran parte dei mercanti era analfabeta, le etichette portavano stampate a colori immagini familiari quali animali o soldati, simboli attraverso i quali potevano riconoscere e individuare la qualità e il tipo di tessuto..."

(Tratto da Etichette arte - storia - design di Robert Opie)

La Via della Seta Lariana
Convegni degli scorsi anni come “Le vie della seta nel territorio lariano” (1992) organizzato della Camera di Commercio di Como o ricerche quali “Percorsi della seta italiani” (1985-1987) svolte dal Consiglio d’Europa, sottolineano come le testimonianze che ricordano il nascere e lo svilupparsi dell’industria della seta nel distretto tessile comasco siano tante e di tale valore da rappresentare un ricco patrimonio di interesse non solo culturale, proprio quando la conversione industriale in corso sollecita anche un indirizzo turistico.
Per “itinerario” si intende una rete di punti d’attrazione, distribuiti su un determinato territorio e che presentino uno specifico interesse per l’oggetto dell’itinerario (nel caso la seta) che dovrebbe essere regolarmente fruibile, con un piano guida che lo descriva, la presenza di istruttori e apposita segnaletica.
Tali punti possono essere costituiti da Musei, da edifici significativi e di particolare valore storico o architettonico, da archivi.
La lavorazione della seta, incentrata attorno a Como, viene testimoniata sulla sponda occidentale del Lario per esempio dal Museo didattico della Seta in città, preziosa testimonianza della filiera serica nel territorio lacustre, dal Centro di gelsibachicoltura a Cassina Rizzardi, dall’ex filanda Comitti a Brienno e dall’ex filanda Triulzi a Tremezzo (ora adibite a residenza privata), dall’ex filatoio Grandi a Lenno (sede della Biblioteca Civica), dall’Opificio di Carlazzo (attualmente sede di una tessitura privata), dall’ex filanda Erba a Pianello del Lario (che ospita il Museo della barca Lariana) e altri ancora.
La sponda orientale del lago offre la visita al Civico Museo Setificio Monti ad Abbadia Lariana, nato dall’antico complesso filatoio e filanda con il più grande torcitoio funzionante d’Europa, riportato a splendore nella metà dell’Ottocento, a cui si affianca in tal modo l’altro Museo della Seta a Garlate, collocato nell’ex filanda Abegg che costituì il primo museo di archeologia industriale in Italia.


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